Con gli occhi, la testa e il cuore pieni di meraviglia
Ottobre 2023
Giovanna. Con gli occhi, la testa e il cuore pieno di meraviglia. Ecco come mi sento rientrando dal laboratorio formativo che si è svolto dal 7 al 9 settembre 2023 a Subiaco un paesino vicino Roma. Innanzitutto qual è stato il tema portante dell'iniziativa? Il “giusto gusto” di fare Acli ovvero di dedicare riflessioni e tempo al significato di essere aclisti in un mondo che sta cambiando. Un tema proposto a persone che hanno accettato di mettersi in gioco, arrivate da tutta Italia e che con le Acli sono state coinvolte a vario titolo: dagli operatori dei servizi ai formatori delle scuole, ai consiglieri di vario grado, ai volontari di circoli.
La partecipazione di persone con compiti così variegati ha significato scoperte ed intrecci di mondi diversi, mondi che a volte si intersecano in armonia, e a volte non si sfiorano e non si conoscono. I temi sono stati presentati in modi diversificati e tutti validi, tramite l’esposizione di relatori eterogenei ed utilizzando un metodo di lavoro davvero molto efficace.
I relatori sono stati scelti per le conoscenze, la capacità di comunicare e di coinvolgere i partecipanti, ed è veramente difficile dire se sia stato più efficace il vivace incontro con Gianfranco Zucca, curioso e poliedrico coordinatore dell'Iref, oppure l'accorato incontro con Alessandra Morelli, una vita spesa per capire e portare relazioni ai rifugiati in diverse parti del mondo.
E come non sottolineare l’ottima scelta di farci partecipare ad un suggestivo monologo tenuto dall'attrice Lucilla Gianoni, la quale attraverso la magistrale interpretazione di brani propri e di altri scritti da Erri de Luca, ci ha condotto a riflettere sul tema della misericordia. Ed ancora le varie riflessioni sulle pagine del Vangelo scelte e commentate con cura da suor Vilma, venezuelana d'origine che vive nell' Eremo di San Biagio, oppure quelle proposte da Paolo Petracca degnissimo sostituto di padre Giacomo Costa.
Fondamentale anche sottolineare i luoghi straordinari dove si sono svolti queste giornate. Luoghi scelti e presentati con grandissima cura da esperte guide. Nella valle dell'Aniene, vicino a Roma, immersi in ampi boschi ricchi di vita faunistica, dove sono stati costruiti magnifici monasteri ed eremi.
Storiche dell'arte, archeologi e bibliotecari ci hanno svelato spazi di grandissima cultura e bellezza. Non ci sono parole che possano rimandare la magnificenza dei posti che ci hanno accolto, e che sono stati realizzati con grande capacità e sapienza dagli artisti nei secoli passati. La pedagogia dei luoghi sottolinea l'importanza della scelta degli spazi che favoriscano la nascita delle relazioni, e gli organizzatori in questo senso hanno scelto molto bene.
É stato organizzato tutto con molta con cura. Quindi al termine di questi giorni cosa possiamo riportare nel nostro territorio?
La necessità dell'interconnessione tra le persone ed i vari elementi che compongono il mondo, a partire dalla flora e dalla fauna. É necessario stare sulla terra in modo gentile e prendere atto del fatto che non esiste più il mondo da cui proveniamo e non possiamo più tornare indietro.
È necessario diventare generatori di spazi. Spazi dove le persone si possano “coltivare” sia fisicamente che spiritualmente; metaforicamente ma anche concretamente. Spazi dove le necessità e le esigenze personali ma soprattutto collettive abbiano la possibilità di nascere, essere accolte, coltivate, e possano poi crescere.
Tante sono state le parole che hanno identificato l'essere aclista, e nei diversi gruppi di incontro moltissimi sono stati gli scambi di opinioni e di esperienze attraverso il metodo proposto. Metodo molto concreto: domanda iniziale suggerita dal conduttore, singola espressione, tempo per riflettere, confronto, sintesi. Tutti hanno espresso il piacere di far parte di un movimento nato 79 anni fa, ampio nelle sue molteplici espressioni e nel variegato pensiero che lo attraversa.
Il gusto delle Acli è sintetizzato in un frutto: il lampone! Dolce ma asprigno, con moltissimi acini legati insieme, cresce selvatico ed è della sfumatura di un rosso che contraddistingue il logo aclista!
Marco. Alla richiesta di un breve scritto per condividere l’esperienza vissuta, la mente è ritornata velocemente a quei giorni a Subiaco, e il cuore nuovamente si riempie di quelle emozioni provate dal 29 agosto al 1 settembre. È incredibile come io e Giovanna abbiamo vissuto le stesse emozioni e conservato ricordi comuni, pur avendo partecipato a questa esperienza in due sessioni diverse. Eravamo in due gruppi molto differenti. Per motivi organizzativi e logistici abbiamo seguito percorsi simili, ma non uguali. Abbiamo conosciuto persone diverse ed incontrato relatori differenti. Anche il tempo non era lo stesso: io a fine agosto, Giovanna a metà settembre; eppure lo stupore per tanta bellezza trovata in quei giorni è stato comune. Evidentemente, l’esperimento degli organizzatori di trovare un comune “giusto gusto di fare le Acli” è proprio riuscito.
Gli artefici hanno tutto il mio plauso per l’impegno e la minuzia che ci hanno messo nel preparare un programma che, in soli tre giorni, condensasse tante attività e contenuti.
La bravura e l’abilità nel dosare i tempi di lavoro è stata magistrale, mixando sapientemente i momenti più impegnativi con lo svago, senza mai perdere o farci perdere il contatto con gli altri, ed il discorso che si stava costruendo; sfruttando la bellezza e la storia dei luoghi in cui ci trovavamo, organizzando sapientemente la visita a questo o a quell’altro monastero, alla biblioteca o alla camminata che porta in quel determinato luogo. Visite mirate, che anticipavano i temi in programma nella giornata.
Piccolo inciso. A Subiaco quello che poi sarebbe stato San Benedetto fondò il suo primo monastero e qui scrisse la regola alla base dell’ordine dei Benedettini. E sempre a Subiaco, quello che poi diventerà San Francesco andò a conoscere Benedetto per poi scrivere la regola dei Frati Francescani.
I nostri organizzatori hanno pensato ad una metodologia di lavoro che ci portasse ad apprendere in poco tempo le tante cose che volevano trasferirci, senza annoiare; inoltre hanno indicato un metodo di lavoro che ci coinvolgesse nel discorso, affinché al termine del lavoro si giungesse ad una considerazione di gruppo, ma anche individuale, su quale è il “giusto gusto” che abbiamo nel fare le Acli.
Uno stile che anche se vecchio di 79 anni ancora oggi trova una sua validità.
Una prima fondamentale conclusione è che le Acli sono capaci di creare spazi per le persone.
Spazi intesi come luoghi fisici, ma anche come possibilità per la persona di esprimere il proprio essere. Questa conclusione è comune tra me e Giovanna.
Forse perché entrambi, proprio grazie alle Acli, abbiamo avuto un nostro spazio per raccontare ed esprimere noi stessi, o almeno una parte di noi, spazio che altrove invece non abbiamo trovato.
Quello spazio io l’ho occupato con lo “Sportello Lavoro” e Giovanna con “Famiglie in cammino”.
Percorsi diversi ma simili, come quelli che gli altri miei compagni di viaggio conosciuti a Subiaco, mi hanno raccontato a fine agosto. Non so dire a questo punto se Subiaco “mi ha cambiato la vita”, ma di sicuro mi ha aiutato a guardare diversamente le Acli e le persone che ne fanno parte.
Mi ha aiutato a trovare il perché “c’è gusto nel fare le Acli”, anche se ancora non ho trovato il modo di trasmetterlo a chi mi chiede “perché fai le Acli?”.
Giovanna Montanelli, Famiglie in Cammino.
Marco Monti, volontario Sportello Rete Lavoro.
Recapiti ACLI Como
Via Brambilla 35, 22100 Como
Tel: 031 33 127 11
E-mail: como@acli.it
Orari
Lunedì - Venerdì
9.00 - 12.30 / 14.00 - 16.00
Si riceve su appuntamento