Memorie di un viaggio
Gennaio 2025
Li chiamiamo “Viaggi della memoria”. Come quello che con le Acli nazionali e le Acli di Como abbiamo vissuto lo scorso novembre toccando città simbolo del nazismo.
Non è la memoria che Hitler e i suoi sodali immaginavano di lasciare ai posteri. Il Tausendjähriges Reich, il Reich millenario, doveva essere celebrato per le architetture colossali disegnate da Albert Speer nella nuova Berlino, per la Lichtdom (Cattedrale di Luce) che incorniciava le adunate oceaniche a Norimberga.
I reportage cinefotografici dovevano essere quelli di Leni Riefenstahl, i camerati schierati, le coreografie studiate, le geometrie prospettiche perfette e non le immagini scattate dai fotografi al seguito dell’Armata Rossa che tutti conosciamo: i mucchi di scarpe, i corpi scheletrici.
Siamo partiti proprio da Norimberga per vistare il vero testamento che il Reich ha lasciato alla Storia. Dalla Zeppelintribune all’aula del processo e ai campi di concentramento.
In luoghi isolati, a volte ameni (Buchenwald, bosco di betulle), le baracche di legno dei campi dovevano durare il tempo strettamente necessario, e poi sparire.
Gli ideatori stessi sapevano che non sarebbe riusciti a giustificare la Shoah alle generazioni future. Il sistema dei campi di concentramento prima, e di sterminio poi, andava tenuto nascosto, mascherato per qualcos’altro, se proprio non si poteva celarlo.
Così le baracche venivano ridipinte in occasione delle visite delle delegazioni straniere.
Anche oggi queste strutture precarie devono essere mantenute per evitarne il disfacimento e il contrasto delle facciate rimesse a nuovo con le foto dell’epoca, stona.
I luoghi della memoria cambiano impercettibilmente sotto i nostri occhi, sbiadiscono come i ricordi. Non possiamo ricordare tutte le innumerevoli leggi e i divieti emessi ogni giorno contro gli ebrei. Neanche loro li sapevano probabilmente tutti e ciò faceva solo il gioco degli aguzzini.
Siamo inondati dalle immagini di tragedie di tutte le epoche, ma cosa significava viverle?
Non possiamo tener vivo il ricordo di tutto questo dolore se non attraverso un tramite umano: e mano a mano che il tempo porta via chi le ha vissute, da carnefice o vittima, il testimone del racconto lo hanno preso le nostre guide. Non c’è fotografia, filmato, monumento, baracca, aula di tribunale che possa evocare questa tragedia meglio della passione di chi ci ce l’ha raccontata, nei luoghi in cui è stata perpetrata.
La Shoah è un unicum nella Storia?
Non lo è per i campi di concentramento: quelli sono stati inventati dagli inglesi per internare i civili Boeri già nell’800.
Non lo è per la crudeltà: basta pensare ai Tutsi assassinati in Ruanda, agli ucraini a Buča e in molti territori occupati dai russi.
Non lo è per le leggi discriminatorie: il XX secolo ha visto l’apartheid in Sudafrica, la segregazione razziale negli Stati Uniti e anche le condizioni dei civili palestinesi nei territori occupati che continuano anche oggi.
Non lo è per il processo di Norimberga, anche se la Corte penale internazionale dell’Aia istituita sulla base di quella degli Alleati non avrebbe potuto celebrarlo così come fu fatto, nonostante una base legale ben più universale della forza dei vincitori sui vinti.
Forse lo è per come lega le millenarie persecuzioni degli ebrei ai nazionalismi e ai totalitarismi che hanno insanguinato l’Europa nel XX secolo, per come i carnefici siano poi diventati a loro volta vittime, internati e uccisi in quegli stessi campi dai sovietici, un totalitarismo che prende il posto di un altro.
Non si pensi che i tedeschi morti a migliaia nei campi dopo la guerra siano meno vittime dei prigionieri che li hanno preceduti. Il dolore di chi ha perso un fratello o un genitore è personale e non dipende dal numero delle altre persone che hanno subìto lo stesso destino. Chi è stato carnefice oggi può diventare vittima domani, e viceversa. Lo vediamo ogni giorno.
Spezzare la catena delle verità falsificate, degli odi che rinascono, delle guerre che si susseguono, richiede un presidio continuo e preparato che ricordi a tutti quello che è già successo affinché la Storia non si ripeta.
Ringraziamo ancora le nostre guide per averci trasmesso il testimone della Memoria.
Ora tocca a noi.
Lo riprendiamo in questo mese per la Pace, con la partecipazione alle varie attività proposte.
Luca Cimmino
Giovanna Grizzetti
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